Cesare in Egitto, Venezia, Rossetti, 1735

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
 Camera remota negl’appartamenti reali con sedie.
 
 TOLOMEO, CORNELIA, CLEOPATRA
 
 Tolomeo
 Tiranno, traditore
 tu chiami Tolomeo? (A Cornelia) Empio ed ingiusto
 tu il german? (A Cleopatra) Nel mio regno
 contro me si congiura,
885contro me si fan voti,
 si sdegnan le mie nozze,
 si alletta un mio nemico e ingiusto sono,
 son tiranno, lo soffro e vi perdono?
 Forse Cesare io temo?
890Sta Cesare per voi? Cesare è vinto;
 ei nel mare perì. Solo qui impero,
 solo do leggi, lo conosci? (A Cleopatra)
 Cleopatra
                                               È vero.
 Tolomeo
 Il passato si scordi
 e se uccisi Pomepo, che far potea?
895Cornelia, dagl’eventi
 di’ pur se mi vi trasse
 forza, non odio o crudeltà?
 Cornelia
                                                   Ne menti.
 Tolomeo
 Io punirvi a mia voglia
 ambe potrei, nelle mie man voi siete
900e ubbidirmi convien. Sposa d’Achilla
 Cleopatra sarà.
 Cleopatra
                               La tua germana
 sposa d’un servo vil? Come!...
 Tolomeo
                                                        Rissolsi.
 Cornelia a te mi volgo,
 o nemica o consorte
905esser oggi mi dei.
 Cornelia
                                   Pria della morte.
 Tolomeo
 Non più, mi udiste, al mio voler conviene
 umiliar l’intempestivo orgoglio.
 Rissolvete.
 Cleopatra
                       Non posso.
 Cornelia
                                             Ed io non voglio. (S’alza da sedere)
 Troppo finor soffersi
910le tue barbare voci. Esserti deggio
 o consorte o nemica? Odimi dunque,
 io nemica ti sono, odio il tuo volto,
 abborro il nome tuo; sappi che sei
 un oggetto di sdegno agl’occhi miei. (Parte)
 Tolomeo
915Va’ superba ed aspetta
 sovra te l’ira mia. Tu pur ingrata
 il mio sdegno paventa.
 Cleopatra
                                            Empio, crudele
 mi rapisti il mio ben; tu m’involasti
 la mia felicità. Che mai di peggio
920far mi potrai? Su via, provati ed usa
 la tirannide tua.
 Tolomeo
                                 Sarai contenta,
 scelerata morrai.
 
 SCENA II
 
 ACHILLA e detti
 
 Achilla
                                  Signor ritorno
 tinto del sangue de’ nemici tuoi;
 cento vittime e cento
925svenai col brando mio. La bella pace
 torna il regno a goder.
 Cleopatra
                                           Cesare vive?
 Achilla
 Dal ponte si gettò; forse nel mare
 l’orgoglioso morì.
 Cleopatra
                                   Barbare stelle!
 Achilla
 Tolomeo ti ramenta
930qual mercé promettesti
 al mio fido servir?
 Tolomeo
                                     Sì mi ramento;
 ti promisi Cleopatra
 ma Cleopatra destino
 a più degno imeneo.
 Achilla
                                        Come?
 Tolomeo
                                                        La morte
935vuo’ che sposi l’indegna.
 Achilla
                                               E perché mai?
 Tolomeo
 Sempre infida e nemica
 m’offese, m’oltraggiò.
 Achilla
                                          Ma giusto prezzo
 dell’opra mia non la facesti?
 Tolomeo
                                                      Achilla
 più otterrai che più merti.
 Achilla
940Moglie d’un tuo fedele,
 che tentar può?
 Cleopatra
                                Da un empio, da un tiranno
 altro aspettar non puoi.
 Ricompensa così gli amici suoi.
 Achilla
 Ma se ingiusto ti rendi...
 Tolomeo
                                               Olà t’aqueta,
945rissolsi già; vada Cleopatra e mora;
 e tu più cauto il mio commando adora.
 
    Taci; non v’è più speme.
 Basta; mi tenti invano.
 Ardo di giusto sdegno,
950no non sperar pietà.
 
    Ha la clemenza ancora
 i giusti suoi confini,
 quand’ella passa il segno
 suol divenir viltà.
 
 SCENA III
 
 CLEOPATRA, ACHILLA
 
 Cleopatra
955Udisti?
 Achilla
                 Ah se non sdegni
 mio ben l’affetto mio, saprò sottrarti
 da l’ire del germano. A me la destra
 porgi; fuggir potrem...
 Cleopatra
                                            No, questa fugga
 troppo vile saria. Voglio vendetta.
960Se ti cale di me, se la mia destra
 può fare il tuo riposo
 mora l’indegno e tu sarai mio sposo.
 Achilla
 Bella t’obbedirò, del tuo germano
 saprò il sangue versar ma se mi scorgi
965poscia l’orror del tradimento in viso
 cara non mi sdegnar, pensa che sei
 quella tu che dirigge i moti miei.
 Cleopatra
 Va’, m’obbedisci, ardito
 uccidi l’inumano.
 Achilla
970E mia sarai?
 Cleopatra
                           Sì. (Tu lo speri invano). (A parte)
 Achilla
 
    Nel sen mi giubila
 sperando il core,
 sento rinascere
 novello ardore,
975la sorte barbara
 si placherà.
 
    Il cielo nubilo
 sempre non dura,
 l’aria serenasi
980tornando pura,
 non sempre misero
 mio cor sarà.
 
 SCENA IV
 
 CLEOPATRA sola
 
 Cleopatra
 Quanto Achilla t’inganni
 se l’amor mio tu speri; or che mi giova
985lusingarti non sdegno; io vuo’ vendetta,
 tu essequir la dovrai. Ma se m’inganna...
 Dunque colla mia destra
 vendicarmi saprò... Come, in qual guisa?
 Femina disarmata
990contro un rege tiranno
 che far potrei? Nol so. Smanio, sospiro
 e fra dubbiosa e mesta
 per l’estremo dolor quasi deliro.
 
    Son qual nave da due venti
995combattuta in mezz’al mare,
 fra perigli, fra spaventi
 non sa andar, non più restare,
 che rissolvere non sa.
 
    Il mio cuore vuol vendetta
1000contro un barbaro tiranno,
 per azzardo o per inganno
 quel crudele caderà.
 
 SCENA V
 
 TOLOMEO, CORNELIA, poi SESTO fanciullo
 
 Tolomeo
 Desti luogo nell’alma
 a consiglio miglior?
 Cornelia
                                       L’ottimo elessi.
 Tolomeo
1005E mia sposa sarai?
 Cornelia
                                     Quest’è il peggiore.
 Tolomeo
 Posso farmi obbedire.
 Cornelia
                                           Usa tua sorte.
 Tolomeo
 Cornelia tu morrai.
 Cornelia
                                      Morrò da forte.
 Tolomeo
 Qua se le rechi il figlio. (Vien condotto Sesto)
 Cornelia
 Il figlio ancora ha della madre il core
1010né teme l’ira tua.
 Tolomeo
                                  Sol che tu voglia
 io te lo rendo e seco il regno mio,
 seco il mio cuor; dammi la destra in pegno.
 Cornelia
 Abborisco il tuo core, odio il tuo regno.
 Tolomeo
 Dunque abbandona il figlio,
1015a morte lo condanna,
 s’uccida e allor vedrò...
 Cornelia
                                            Vedrai crudele
 che vacillar non so. Vanne mio figlio.
 Fra l’ombre generose
 ricerca e di’: «La madre mia fra poco
1020a queste nere soglie
 mi seguirà ma qual dovea, tua moglie».
 Tolomeo
 E nutre la tua Roma
 alme sì disumane?
 Cornelia
                                      A questi segni
 riconosci qual sia
1025la mia fortezza e la costanza mia.
 Tolomeo
 Lascialo dunque.
 Cornelia
                                  Anima mia, mio pegno.
 Emula i tuoi maggiori,
 sei figlio di Pompeo,
 romano sei; va’ da romano e mori. (Lo baccia e poi lo lascia)
 Tolomeo
1030No no quivi si arresti,
 sugl’occhi le si sveni
 e veda come forte
 il figlio di Pompeo soffra la morte.
 Cornelia
 Barbaro! Dei! Chi vidde
1035la pietà d’una madre
 in più strano periglio!
 Tiranno eccoti il sen.
 Tolomeo
                                         Muoia il tuo figlio.
 Cornelia
 Figlio!
 Tolomeo
                Che! Tu sospiri.
 La sentenza è inumana
1040ma è vile il tuo dolore.
 Cornelia io sono tiranno e tu romana;
 esequite l’impero. (Ad una guardia)
 Cornelia
                                     Empio, inumano,
 chi ti destò nel seno
 sì barbara empietà! Sugl’occhi miei
1045svenar quell’innocente?
 Voi lo vedete e lo soffrite, o dei?
 Tolomeo
 Porgimi la tua destra
 ed il figlio vivrà.
 Cornelia
                                 No, sì gran prezzo
 non val la vita sua. Pria ch’acconsenta
1050all’indegno imeneo
 quest’innocente vittima s’uccida.
 Prendi l’ultimo baccio,
 più non mi fai pietà. Tenero pianto
 più non tramanda il ciglio;
1055salva sia la mia gloria e muoia il figlio.
 Tolomeo
 E tu crudele, e tu inumano appelli,
 Cornelia, il mio rigor? Cuor più spietato
 chi mai vidde del tuo? Quest’è tuo sangue
 né ti move a pietade! Orror mi fai;
1060io non ho il sen capace
 di tanta crudeltà! Per umiliarti
 tuo figlio minacciai. Ma tu spietata
 la sua morte procuri,
 o femina superba, o madre ingrata. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 CORNELIA, poi LEPIDO
 
 Cornelia
1065Così appunto favella
 chi mai provò nel core
 stimoli della gloria e dell’onore.
 Lepido
 Cornelia.
 Cornelia
                    E ben, che recchi?
 Lepido
                                                       Il cielo alfine
 sembra con noi pietoso.
 Cornelia
                                              Ed in qual guisa?
 Lepido
1070Entro la reggia stessa
 fra suoi più cari amici
 contro di Tolomeo si fa congiura.
 Cornelia
 Ma che speri da ciò?
 Lepido
                                        Odimi; Achilla
 l’arcano a me fidò; chiese in aiuto
1075il bracio mio; pria che tramonti il sole
 il tiranno cadrà.
 Cornelia
                                Come sì tosto
 divenne Achilla al tuo signor nemico?
 Lepido
 Mi palesò il dissegno
 ma tacque la caggion. Solo mi disse
1080che ad una tale impresa
 uopo v’era di te.
 Cornelia
                                 Di me? Pavento
 di qualche inganno.
 Lepido
                                       Non temere; al tempio
 vanne per un momento,
 simula i sdegni tuoi; fa’ che il tiranno
1085si lusinghi di te, finché la spada
 giunga al suo petto e lo trafigga e cada.
 Cornelia
 Guarda non mi tradir.
 Lepido
                                            Tradirti? Ancora
 bella non sai quanto il cuor mio t’adora.
 Cornelia
 
    Tu m’ami, lo vedo,
1090fedele ti credo
 ma dimmi, che speri?
 Non t’amo, lo sai;
 mercé non avrai,
 ti basti così.
 
1095   Seguir chi ti sprezza
 è inganno d’amore,
 già sai che il mio core
 giammai ti gradì.
 
 SCENA VII
 
 LEPIDO solo
 
 Lepido
 Numi voi che reggete
1100il destin de’ mortali
 secondate il dissegno,
 pera il tiranno indegno e un colpo solo
 all’aquile latine inalzi il volo.
 
    Scorre per l’onde ardito
1105franco il nocchiero a volo
 ma poi se presso al lito
 prova nemico il vento
 l’ardir cangia in viltà.
 
    Scorse finor fastoso
1110il perfido tiranno;
 ora col proprio danno
 l’ardir compenserà.
 
 SCENA VIII
 
 Attrio magnifico che introduce al tempio, ove si vede il simulacro di Pompeo.
 
 CESARE in abito mentito con seguito de’ Romani vestiti all’egiziana
 
 Cesare
 Ecco l’attrio, ecco il tempio, ancor non veggo
 la vedova superba, il re tiranno.
1115E sarà ver che di Cornelia il core
 abbia l’odio cangiato in dolce amore?
 Nol credo no, qualche fatale arcano
 qui si nasconde, ad ispiarne il vero
 mi celerò fra queste mura, a caso
1120dal periglio dell’onde
 il ciel non mi salvò; con queste spoglie
 non conosciuti, inosservati, amici,
 restiam per poco; ancor tempo ci resta
 qui dove regna il più crudel tiranno
1125per risarcir di nostra fama il danno.
 
    A un cor forte, a un’alma grande
 sorte ria non fa spavento,
 ogni azzardo, ogni cimento
 la virtù può superar.
 
1130   Chi timore ha della morte,
 chi s’arretra dal periglio
 non è degno di regnar.
 
 SCENA IX
 
 CORNELIA, poi TOLOMEO
 
 Cornelia
 Ombra del caro sposo
 deh per pochi momenti
1135parti e rivolgi da quest’are il guardo;
 duro fato mi sforza
 lo sdegno a simular. Se questa è colpa,
 numi, se in ciò v’offendo
 lo potete vietar. Fulmine scenda,
1140mi ferisca, mi abbatta,
 mi unisca al mio consorte
 e lo spirto infelice
 ritrovi almen qualche riposo in morte.
 Tolomeo
 Giorno è questo di feste
1145e giorno di vittorie; oggi l’Egitto
 veda meco sul trono
 una figlia di Roma;
 vieni mia sposa e voi
 sacri ministri incominciate il rito
1150onde i puri imenei
 rendan propizi e fortunati i dei.
 Cornelia
 Lepido ancor non veggo. (A parte)
 Tolomeo
                                                Il più bel laccio
 non strinse amore, idolo mio t’abbraccio.
 Cornelia
 Fermati Tolomeo; prima uno sguardo
1155volgi a quel sasso, lo ravisi?
 Tolomeo
                                                    È quella
 l’imago di Pompeo.
 Cornelia
 Quello ch’esule, oppresso
 ti ricondusse il genitor sul trono.
 Quello che ospite e amico
1160tu privasti di vita.
 (E Lepido non viene. Ah son tradita). (A parte)
 Tolomeo
 Vano è riandar delle passate cose
 la memoria funesta.
 Cornelia
                                        Or via, da questo
 fissa in me le pupille.
1165Tolomeo, che pretendi?
 Che mi chiedi? Io romana
 sposar barbaro regge?
 T’è noto l’odio mio, tanto ti basti.
 (Lepido traditor tu m’ingannasti). (A parte)
 Tolomeo
1170Doppo che amor ne strinse
 che più querele e più rigor, che pianto?
 Vieni non induggiar.
 
 SCENA X
 
 ACHILLA e LEPIDO con soldati, poi CESARE dall’altra parte co’ suoi e detti
 
 Achilla
                                         Mora l’indegno.
 Lepido
 Il tiranno s’uccida.
 Tolomeo
 Aimè chi mi soccorre!
 Cesare
                                           Io ti diffendo.
 Tolomeo
1175Che stravaganza è questa, i miei nemici
 sono la mia diffesa
 e m’insidian la vita i propri amici?
 Cesare
 Contro de’ tuoi ribelli
 Cesare ti diffende; io non ho core
1180di lasciar impunito un traditore.
 Cornelia
 Cesare, che pretendi!
 Farti scudo del reo! Basta sperguiro
 che tu l’abbia diffeso, allora quando
 tu punir lo dovevi.
1185Amici, che tardate
 l’empio sangue a versar! Non vi spaventi
 di Cesare l’aspetto,
 anch’egli è traditore,
 ei v’ingannò; potria ingannarvi ancora;
1190s’uccida Tolomeo, Cesare mora.
 Achilla
 Sì moriranno entrambi...
 Lepido
                                                 Io non consento
 contro il sangue roman volger la spada.
 Achilla in me tu scorgi
 un seguace non più ma un tuo nemico.
 Cesare
1195Generosa virtù.
 Cornelia
                                Non sei tu quello (A Lepido)
 che dalle mani mi togliesti il ferro
 Cesare per svenar? Ed or...
 Lepido
                                                    Ed ora
 d’averlo allor tradito
 ho rimorso, ho rossore e son pentito.
 Cornelia
1200Ah più speme non v’è.
 
 SCENA ULTIMA
 
 CLEOPATRA e detti
 
 Achilla
                                            Vedi Cleopatra
 il tuo cenno impedito. Ucciso avrei
 il tuo crudel germano
 se Cesare non era.
 Cleopatra
                                    Ah dei, che miro,
 Cesare ancora vive? Idolo mio
1205pur ti riveggo ancor. Sospendi Achilla
 d’eseguir il dissegno,
 che se Cesare è meco, altro non bramo.
 Achilla
 Mie tradite speranze!
 Cesare
                                          Or Tolomeo
 mi chiamerai crudele! Avrai desio
1210della mia morte? Osserva qual vendetta
 prendo de’ torti miei!
 Tolomeo
                                           Cesare un giorno
 dubbio sarà se fosti più glorioso
 nel vincer forte o nel donar pietoso.
 Cesare
 Lepido io ti perdono
1215ogni commesso errore e tu lo spera
 Achilla dal tuo re. Cornelia alfine
 spero veder placata.
 Cornelia
                                       Invan lo speri.
 Più nemica che mai
 Cesare tu m’avrai. Se invendicata
1220sono per tua caggion, tutto il mio sdegno
 cade sovra di te. Fellone, io vado
 alla patria tradita, a Roma io torno.
 Vieni, colà ti aspetto.
 Contro di te solleverò la plebe,
1225armar saprò il Senato,
 console traditor, mostro spietato. (Parte)
 Cesare
 Va’ pur, che non si scuote
 a tue vane minaccie il mio cuor forte.
 Cleopatra
 Cesare alfin potrai...
 Cesare
                                        Alfin io posso
1230Cleopatra esserti grato,
 lo sarò, non temer.
 Tolomeo
                                     Se del mio regno
 vaga è Cleopatra, io glielo cedo; basta
 che Cesare l’imponga.
 Cesare
                                           Ad altro tempo
 ciò si riserbi. Il sagro tempio è presso,
1235vadasi al nume innanti e il cuor divoto
 a lui, da cui dipende
 nostra felicitade, offriamo in voto.
 coro
 
    Dal seno di Giove
 la pace discenda,
1240la candida pace
 che lieta ne renda
 la gioia e il piacer.
 
    E fugga Megera
 coll’orrida face
1245là dove severa
 fa l’alme temer.
 
 Fine del drama